L’olio extravergine d’oliva della Locride è uno dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali Italiani (pat) della provincia di Reggio Calabria, è in fase di elaborazione dai vari enti per il riconoscimento del marchio DOP (denominazione di origine protetta).
La sua area di produzione è la fascia jonica reggina, compresa tra Bruzzano e Monasterace.
La coltivazione è biologica e la cultivar (autofertile) è: oliva Geracitana, Mammolese, Paesana, Grossa di Mammola e Dolce.
Le pratiche agronomiche che gli oliveti subiscono riguardano essenzialmente la potatura, la concimazione, l’aratura del terreno e la sarchiatura.
L’olio migliore è quello ricavato da uliveti collinari e distanti dal mare.
Per il particolare sapore e il suo caratteristico profumo aromatico, l’olio extravergine d’oliva della Locride si abbina molto bene alla dieta mediterranea, ed è molto richiesto sia dai mercati nazionali che esteri.
Oltre alle aziende che lo producono e lo esportano, sono molti anche i privati che possiedono piccoli appezzamenti di terreno coltivato ad ulivi.
Si usa dire che si fa u comudu dill’oyyou. Tradotto: (fare provvista dell’olio).
Nel periodo di raccolta i piccoli produttori coinvolgono l’intera famiglia:
i più esperti battono con la tradizionale percia ( lungo legno flessibile di frassino o castagno), i rami e fanno cadere le olive su di una rete ben posizionata, gli altri componenti le raccolgono e le incassettano preparandole per essere portate in frantoio per la molitura.
Il prodotto finito viene poi trasportato nei magazzini o nelle cantine dei proprietari e messo in recipienti di acciaio inox. (anticamente in grandi vasi di terracotta (giare) e di zinco).
Lavorazione in cantina dell’olio della locride
Viene conservato al riparo dall’aria, dalla luce e da ogni odore estraneo.
Durante il periodo di conservazione si dice che l’olio deve fare sette spoglie (setti spoyyi), in pratica si effettuano le operazioni di travasato sette volte, per eliminare i residui superflui sottostanti, e raffinarsi per alimentare le caratteristiche organolettiche.
Oyyiu novu (olio nuovo): è l’olio di recente raccolta appena molito.
Pani e oyyiu, (Pane e olio), un tempo si diceva così, quando a causa della povertà ci si doveva accontentare perchè non c’era altro.
Oggi mangiare Pani e oyyiu: se è pane casereccio, olio nuovo, un pizzico di sale e una spolverata di origano calabrese, è uno spuntino da signori che non ha rivali. Il sapore forte dell’ olio fresco appena molito, l’odore di olive appena raccolte e la consistenza cremosa sono qualità uniche e inimitabili.
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